Raffaella D'Ercole - musica_e_parole

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Raffaella e i suoi pensieri
Nella folla dei miei pensieri,  per non perdermi   resto  aggrappata  al  filo invisibile dell'unica verità
che conosco:  l'effimero dell'esistenza terrena non giustifica lo spreco
dell'anima
Raffaella .. E aspetto ...
Raffaella D’Ercole scrittrice e poetessa, nasce, quale esperta e docente di teoria del Nursing e Metodologia della Ricerca Infermieristica, come autrice di saggi ed articoli scientifici.  Si è avvicinata al mondo letterario grazie alla sua passione per la letteratura.   Ha partecipato come autore di racconti a due edizioni del “Premio Fogazzaro”, a una delle quali (Caro Amico ti scrivo) è arrivata seconda classificata nella sezione “mi piace”, in entrambe le esperienze i suoi contributi sono stati selezionati e pubblicati nelle raccolte letterarieNei labirinti della Scrittura (2016) e La vita si racconta (2017).   Un suo racconto Era pur sempre amore è stato selezionato, sempre nel 2017, come finalista per la sezione letteraria del premio artistico internazionale “Premio maschera di Pulcinella”.
Il suo primo romanzo Le mie vite con te (2014) convoglia un altro suo grande interesse, quello per l’esoterismo, ed è una spasmodica ricerca delle motivazioni della vita condotta attraverso il racconto di una singolare esperienza, quella di una medium.  Con una modalità espressiva diversa, quella emozionale, il tema esistenziale ritorna, imperando nelle diverse tematiche affrontate, in E aspetto…un futuro senza domande (2018),una raccolta di poesie che comprende anche versi dedicati alle figure che nel tempo hanno emotivamente coinvolto l’autrice.
Intervista a Raffaella D’Ercole, autrice de “Le mie vite con te”
 Scritto Da Redazione il 20 luglio 2018
Raffaella D’Ercole è laureata in Scienze Infermieristiche e ostetriche nonché esperta e docente di teoria del Nursing e Metodologia della ricerca infermieristica. Autrice di saggi ed articoli scientifici, si è avvicinata al mondo letterario grazie alla sua passione per la letteratura. Ha scritto e pubblicato numerose poesie. Le mie vite con te è il suo primo romanzo, è in stesura il suo sequel.
 
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
 
Scritto come un giallo è invece un racconto introspettivo in cui la protagonista, che fin da piccola ha avuto contatti con il mondo dei morti, si racconta ad un ambiguo psicologo. Giulia capisce dal primo momento, che l’indiscutibile interesse che quest’uomo ha verso di lei viene sfruttato, proprio dal suo amico fantasma, per farle scoprire la verità: la vera ragione della sua “diversità”.
 
 
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
 
 
Nasce da un amore passionale per la lettura e la scrittura. Il mio esordio è però tardivo e successivo ad una crisi esistenziale. Ora scrivo poesie e saggi anche, ma ho iniziato cimentandomi subito con la stesura della forma letteraria che prediligo, il romanzo, perché non limita l’autore e gli dà ampio spazio per traghettare nei personaggi i propri conflitti e le proprie emozioni.
 
 
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
 
 
Un mese per scriverlo, tanti per correggerlo e molti, molti di più per maturarne i contenuti.“Le mie vite con te” è un romanzo che io ho scritto per me, prima come una sfida, per provare a trasformare il lettore esigente che sono in scrittore, e poi perché mentre lo scrivevo mi liberavo delle mie emozioni, non uccidendole, ma riprovandole attraverso il vissuto soprattutto della protagonista.
 
 
 
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
 
 
Il mio modello letterario è Isabelle Allende, la amo. Somigliare a lei? Non mi sento di affermarlo, anche perché il mio è un romanzo più intimistico. Quello che mi accomuna è il vedere oltre l’evidenza dei fatti, una lettura della vita che nella mia opera è più esplicita, ma negli scritti dell’Allende non passa inosservata al lettore critico.
 
 
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
 
 
Mariah Carey & Brian McKnight -Whenever You Call (Dual Piano Instrumental).
 
 
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
 
 
Esiste un aldilà? E gli angeli? E l’amore oltre la vita? E il destino? Domande, domande, domande… Una sola risposta: “Le mie vite con te”
Ho deciso che nella prefazione che ho scritto per questo romanzo, rivelerò subito chi è l’assassino. Sappiate però che non lo faccio per un dispetto, cari lettori, ma soltanto per offrivi un modo alternativo di leggere la storia che qui si narra. A questo punto voi mi chiederete: ma perché, è un giallo? E poi ancora: ma perché, c’è un omicidio?
 
No a tutte e due le domande, anche se la mia personale opinione è che la storia che Raffaella D’Ercole ha pensato di raccontarci può essere considerata un giallo. Dico questo perché c’è chi investiga, la protagonista Giulia, e c'è pure un valido assistente, il dottor Ludovico, più che altro colui che ascolta paziente i ragionamenti di chi segue gli indizi. Giulia incontra quest’uomo nel suo studio, ogni settimana e assieme a lui indagherà sulla propria vita in un viaggio a ritroso nella memoria. Confronterà il ricordo, a volte sbiadito, dei primi amori ritrovati con la vita attuale, che per Giulia prevede un marito pacioso e tollerante oltre a tre figli perfetti e dispensatori di tante soddisfazioni. Un’armonia artefatta, però, quella del presente, perché nella testa della donna esiste un altro uomo, Lele, ma più che altro esiste la sua voce sussurrante, sin da quando era bambina e che l’ha accompagnata in tappe importanti della gioventù, dell’adolescenza. Ancora le parla oggi, da adulta. Solitamente lo fa quando lei è alla guida della propria auto.
 
Ma a guidare ogni scelta della donna, a condizionare importanti cambiamenti circa la vita amorosa, è lui, Lele, che si candida a essere il principale sospettato circa il delitto che verrà compiuto nella storia. Benissimo. L'assassino è Lele, ecco fatto, ve l’ho detto. Volete sapere altro? Certo che sì. Vi dirò che la vittima è Giulia, colei che arriverà alla fine del romanzo in vita, per fortuna, ma con un delitto nei suoi confronti che si è compiuto ugualmente.
 
La sua vita viene infatti sferzata, bastonata e messa in bilico più volte.
 
Come? Lascio a voi scoprirlo.
 
Vi verrà rivelato in un fitto dialogo che Giulia avrà con tre personaggi importanti di questo romanzo, oltre Lele e Ludovico. Si tratta di Michele, di Bruna, di Diego.
 
Li conoscerete pian piano e qualcuno vi sarà simpatico da subito, qualcuno invece no, mentre qualcun’ altro dovrà farsi strada col tempo.
 
Giulia è un personaggio divertente, vi farà sorridere spesso e volentieri. Vi farà anche arrabbiare per le volte che sbatterà di faccia contro i suoi presunti drammi. Io la vedo come una bambina che gioca con altri a moscacieca. Giulia, ovviamente, del gruppo è quella bendata.
 
Saranno i bambini Lele, il bimbo cresciuto Ludovico e altri ancora, che si divertiranno nel vederla girare come una trottola con le braccia tese in avanti, alla ricerca della verità da catturare e dei perché che dovrà rincorre per tutte le pagine del libro che state per leggere.
 
Io mi fermo qui per quanto concerne l’idea che mi sono fatto da quando ho avuto davanti il materiale sul quale ho voluto e dovuto mettere mano per gentile richiesta di Raffaella.
 
La premessa è che lei non considerandosi ancora una romanziera, aveva voglia di raccontare una storia e perciò l'aveva scritta, tutta, quasi di getto. Ciò che mi ha sorpreso è stata la capacità che ha avuto di dipanare l’enorme matassa in modo semplice ma anche gradevole lungo i diversi capitoli dell'opera. L’autrice aveva la storia tutta in testa, già pronta.
 
L’autrice aveva anche fretta di raccontarla a tutti ed ecco perché nella stesura della stessa, non si è curata più di tanto di descrivere i paesaggi, di caratterizzare oltre il dovuto i pochi ed essenziali personaggi della storia. Fitti dialoghi sono ciò che troverete e in essi vi è tutto ciò che è necessario e sufficiente per farsi coinvolgere, travolgere a volte, appassionare ai dialoghi estemporanei di Giulia con i suoi angeli custodi.
 
Mi sento anch’io un po’ l’angelo custode di Raffaella D’Ercole. È stata lei che mi ha fatto sentire tale e le sono grato. Ha dato a me la possibilità di misurarmi nell’attività di (severo) editor e di mettere in pratica certi miei apprendimenti.
 
Io le ho dato la possibilità di esprimersi come desiderava di fare e poter così mettere al mondo la sua creatura in modo riconoscibile, renderla appetibile, plasmandola perché risultasse all’occhio del lettore che è spettatore delle avventure di “Giulia-alla-ricerca-dell’amore”, una creatura piacente.
 
Spero di essere riuscito nell'intento, così come spero e credo che Raffaella sia riuscita nel consegnarvi una storia avvincente che merita di essere letta fino all’ultima pagina quando il mistero si sarà risolto e l’assassino sarà (forse) svelato. Buona lettura.
 
 
(Francesco Marcone, narratore.)  
Prefazione
 
A cura di Rosaria Stendardo
 
"E aspetto ... un futuro senza domande" è una raccolta di componimenti poetici, di grande pregio, della scrittrice-poetessa Raffaella D’Ercole.
 
L'autrice della silloge delinea con una poesia di presentazione, ermetica ad una prima lettura, le motivazioni che l'hanno spinta a scrivere in istantanea le sue emozioni, immediate come una foto, che sembrano risalire dal cuore alla mente come rigurgito di passioni, amori, ricordo di momenti e persone che hanno fatto e fanno parte della sua vita.
 
Questi versi sembrerebbero orientare ad una lettura sequenziale, secondo un ordine temporale e tematico. In realtà è proprio attraverso la scomposizione dei testi che l'autrice indica la chiave di lettura della sua silloge - lo scopo è quello di incanalare e far fluire le radici e l'essenza delle sue emozioni per comunicare le motivazioni e gli esiti della sua ricerca sull’Esistenza Umana.
 
Questa ricerca si svolge lungo il filo di intuizioni subitanee, ed emozioni personali che vengono sublimate sul piano della rimembranza felice della sua gioventù, dei suoi cari e dei suoi amori, o nel misurato dolore di persone scomparse, ma non prescinde dal mondo parallelo in cui pasciono “nella finta gioia della pigrizia e di una mediocrità di una vita sempre uguale” uomini disonesti e senza dignità, che fanno rinascere dal loro trofeo di falsi vincitori, la testa mozza di un gatto dalle sette vite, il consenso dei mediocri.
 
Con ali trasparenti di farfalla e il tatto leggero del vento, tocca, accarezza e poi racconta i momenti della sua vita di adolescente che scopre l'amore (La canzone di Liù), di lei mamma, moglie amica, figlia.
 
Nell’istante, nell'attimo, in questa atmosfera sospesa tra passato e presente, la gioia e il dolore, l'amore e la morte, l'essere o l'apparire si appunta la ricerca sul Mistero della Vita e sulla sua Essenza. “Ti lascerei nel ricordo di un istante ad aspettarmi per l’eternità” (Un attimo per sempre) sono sufficienti questi versi a far comprendere l’essenza del Pensiero Lungo della D'Ercole: amore, valori, bellezza, dignità, la gioia e il dolore sono la vita e il tempo che ci è dato, breve, troppo breve per sprecarlo.
 
Ma il Tempo? E l'Eternità? Una carezza, un bacio, un sorriso, un fiume che scorre, la pioggia che bagna, una foto, una canzone appaiono come flash rapiti all'Eterno. “Ma può un giorno cancellare una vita?...La felicità di un tempo non può morire perché il sole risorge sempre”( Coriandoli di vita).
 
La maturità incomincia a far vedere ogni cosa nella sua dimensione ed anche le ferite che sanguinavano non fanno più male e il miele di ritorno nel cuore si trasforma in una nostalgia consapevole che fa dire “ho vissuto”. Ma l’anima indomita della poetessa sa che per continuare a vivere la felicità perduta dovrà “ volare tra le nubi per ritrovare la sua anima” (Se fossi un Pensiero).
 
In questa sorta di mondo platoniano, che non è esaustivo, ma è il punto di partenza per un’analisi speculativa che non trova approdo, almeno non ancora, è il pensiero forte della scrittrice -La storia degli uomini sembra percorrere sempre le stesse vie, ma all’uomo è data la possibilità di vivere un sogno mai sognato (Il tempo della vita). Con quali certezze? Per questo non esiste risposta. È arrogante chi crede di poterlo fare. E il futuro? È bene non chiedere – Ecco l’arcano.
 
La poetessa ha il pregio di esprimere concetti di una tale complessità con parole semplici, mai ricercate; eppure ognuna di esse ha un colore, un peso, un’intensità, un suono diverso.
 
Le poesie sfuggono ad una struttura metrica e stilistica precostituita. La punteggiatura è limitata: con la maiuscola, senza un punto che preceda la parola, sottolinea le emozioni immediate non solo del testo d’azione ma anche del sentimento d’amore e dei quadretti nostalgici del bel tempo andato. Le è facile farlo perché non usa molte subordinate.
 
Ci sono alcuni testi, come Olocausto o Mediterraneo o Affinità elettive, dove invece un ossimoro, un’anafora, un’anastrofe riescono a comunicare immagini ed avvenimenti con grande perizia emozionale. Numerosi sono gli aforismi.
 
Le poesie della D’ercole rappresentano le voci di dentro della protagonista del suo romanzo “Le mie vite con te” che vale veramente la pena leggere.
 
Rosaria Stendardo
Perché scrivere?
Non so perché si scrive, ma conosco il motivo per cui lo faccio io. Le persone che incontriamo, le vicissitudini che ascoltiamo e che viviamo compongono una storia che è sempre la stessa, quella della vita, fatta di generosi gesti e brutali azioni, sorrisi e lacrime di gioia, ma più spesso di dolore.
Una storia dove vili ed eroi fanno da protagonisti contendendosi la stessa gloria, quella di sopravvivere all’effimero dell’esistenza, mentre in tanti fanno da comparsa lasciandosi vivere come spettatori dove il massimo del loro ardire è applaudire a chi trionfa.
Io lo so.
Per me ogni occasione è buona per imparare un pezzo di questa storia e raccontarlo. E quando scrivo lo faccio con una speranza e una aspirazione.
Spero di trasferire emozioni ed esperienze mie a personaggi inventati facendole rivivere in un vissuto immaginario in cui traghetto il mio.
Nella recondita ragione per cui scrivo c’è la mia aspirazione che penso sia comune a tutti gli scrittori: essere letta.
Il primo lettore sono io. Se rileggendo i versi e i racconti in cui ho fermato le mie emozioni, le rivivo, ho la consapevolezza di essere riuscita in un grande intento:
impedire al tempo di logorarle e sbiadirle e permettere a me di riprovarle sempre con la medesima intensità della prima volta.
Dopo aver provato questa sensazione, il desiderio è diventato un altro: scrivere non solo per me stessa, ma per tutti quelli che nelle mie parole possono ritrovare emozioni vissute o, perché no, l’ambizione di viverle. E questa speranza mi fa trovare il tempo, la forza e la volontà per continuare a farlo.
Raffaella D’Ercole
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