Page 222 - Io la penso cosi
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quell’esperienza biologica, la quale origine era
ancora avvolta nel mistero più fitto, stesse per
terminare, lavorarono ad un piano ambizioso:
vollero creare un supporto inossidabile e
indistruttibile; un hardware in grado di
immagazzinare tutta la memoria, non solo
dell’individuo usato come cavia che doveva
detenere solo il senso della “unicità”, ma di tutto
quanto su quello strano pianeta fosse stato
supposto, creato ed ipotizzato. Ricordo
nitidamente che il mio tanto riflettere su una
possibile visione ultra terrena, nella quale avrei
potuto portare il ricordo di me stesso, mi
terrorizzava. Non fu un pensiero istintivo, frugale;
esso pervenne dopo tanto pensare. A qualsiasi
idea fosse pervenuto, postulando una mia
esistenza post mortem, non mi rallegrava, in
quanto l’eternità e la sensorialità pesava
enormemente di più dell’idea di scomparire per
sempre. Non so, ne ricordo come mai proprio io
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