Page 21 - ombre
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Indomito felin ormai ammansito,
Poni lo sguardo lì ai vitrei monti;
Or v’è fioca luce e la ment’appanna.
Dei sogni veri allor che tu aitante,
sguazzavi, pur senza provar diletto.
Lì, meco stiano giumentose ancelle,
si ch’io allettar potei le più belle.
C’altro fiutavi dell’eterea terra
Se ch’ella non fosse la più bella!
Or’assorto nel vano domandarti,
val cercare in questi anfratti?
Vaghi d’inerzia nell’ingrato mondo,
ove dicono che non sei fecondo.
M’ecco a me apparir nel mio quieto
Cromia amorfa, cui travagli miete.
Poni la scia del tuo, a me par, tormento;
fa ch’io m’inebri di tal’evento.
C’altro sognar ormai se non le stelle?
Del fato noi assurgiamo a perle.