Page 23 - ombre
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esplose un “non so dir” in un istante.
Viso di fata, come chi sogna il bello.
Tal’eri per me, si proprio quello!
Sognai fossi moglie e amante mia;
come sperar d’ardir per quanto sia?
Mosso d’ignaro impeto tentai;
con animo alletto t’avvicinai.
Forse tentennando proferii cose non vere;
ma ancor rammento ogn’ora ch’eran sincere.
Bruciammo nell’ardor come le steppe;
del fatuo calor chiunque seppe!
Or noi seduti vicino al caminetto,
odi ansimare il mio diletto.
Angelo per me fosti e lo sarai,
non più di cosi t’immaginai.
L’osanna al Dio degli amori è cosa incerta;
ma come fa a campar chi non l’aspetta?
Ogn’or che passa gusto luci e sere;
stammi vicino care, ci parran più vere!
Suona la zampogna, vorrei fosse lira;
vola vola colomba porta più su la scia
del nostro senso dello star forti e presenti;
dell’io modo, pregno di sentimenti.
Se il fuoco spegne, può ravvivar con niente;
ieri, oggi e domani; basta la mente!