Page 28 - ombre
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L’acume s’indirizza al capo assillo;
sa che non dovean ammassar le greggi.
Quei sapean belar, ma pur ruggenti,
si divoravan per mantener la stirpe,
cui divenia abbondante e vile.
Il dado é tratto; ahimé, non vea ritorno!
Buio d’atomiche; tetri scenari!
Tali apparir sovvengono a schietto acume.
Sciami incongrui in capo
nel chi volea svelar il gran celato!
Mossi da istinti arcaici i vecchi avi,
pedanti, vaghi; li sogno pensar nel lor riflesso.
Sovrastaron le ferre leggi;
capirono di loro.
Chi fonda nel presente il proprio essere,
pate la fame;
si, anch’egli merita acume.
Poveri scannati;
predatori e prede in questa amara sorte!
Poniam ragioni avanti al naso.