Page 644 - Io la penso cosi
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fosse oltre. Speravo, come succedeva nei miei
“giri” che ci fosse una fine ed un inizio. M’illudevo
che qualcuno avesse generato il mio mondo
come io generavo le mie idee. Non mi davo pace
mentre mi chiedevo cosa fosse quel faccione
grande come il mio mondo che precedeva di
poco la “manna” che mi nutriva. Era sicuramente
il mio Dio. Dovevo venerarlo se volevo sperare
d'avere altro da mangiare; se volevo sperare in
un'immanenza come la sua. Era infinito. Ogni
tanto il mio mondo andava in tumulto; tutto si
muoveva intorno a me, il vero e l’immaginario. Il
mio compagno lo pregava affinché risparmiasse
la sua vita. Anche se temevo così tanta potenza,
mi chiedevo chi avesse generato lui; e i miei
pensieri si perdevano negli spazi eterni e nelle
infinite soluzioni. Un giorno il mio compagno
incominciò ad accusare forti dolori. Sentiva la sua
vita appesa ad un filo e la sua esistenza
tramontare. Non gli interessavano più le sue
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