Page 42 - Un momento di Stasi
P. 42
Egli era abituato a guardare il sole che non gli impediva
con la propria fornace di fissarlo negli occhi.
Si avviò tentennando per la stradina che aveva sempre
visto da quando era sbocciato. Dopo il trascinamento
iniziale divenne sempre meno zoppicante.
Superò la prima curva e l’orizzonte divenne più
lontano. Iniziò a credere che di là da ogni curva ci potessero
essere orizzonti diversi; montagne differenti, e altro ancora.
Cosi, incurante della precaria condizione, ma col cuore
sereno, percorse tutta quella strada che scendeva verso
valle.
Quando ancora mancava un buon tratto di essa, vide
uno scenario insolito; capi in seguito che si trattava di un
paese; uno strano agglomerato di pietre ordinate e con tanti
ingressi. Si soffermò a guardare meglio e si rese conto che
vi stazionavano quegli strani esseri che vedeva passare
quando ancora era radicato.
Quelli si muovevano in modo disinvolto, mentre il suo
claudicante muoversi era sospinto esclusivamente da una
forza interiore che chiameremo volontà. Pensò che costoro,
essendo da sempre liberi di girare e di pensare, potessero
contribuire ad erudirlo un poco su cosa ci fosse su questo
strano mondo.
Per intrinseca curiosità volle intrufolarsi in quei labirinti
che gli sembravano inutili e strani… Delle grida sempre più
accentuate ne orientavano le scelte circa la direzione da
prendere. Si ritrovò in un luogo strano; uno spazio
abbastanza largo circondato da case.