Page 56 - Un momento di Stasi
P. 56

L’EPILOGO



           Attese  invano  che  Elvira  si  pronunciasse.  Iniziò  ad
       accusare uno strano torpore e il capo iniziò ad inclinarsi; lo
       stelo  e  le  foglie  perdevano  a  vista  d’occhio  la  consueta
       lucentezza e vigoria a cui era abituato.
           Ricordò  che  aveva  sfidato  la  natura,  privando  il  suo

       organismo della possibilità di attingere alla linfa vitale che
       gli proveniva dalle radici estirpate da madre terra.
           Capi che non avrebbe avuto molto tempo, ma  non si
       scoraggiò … Sapeva d’aver fatto una grande scelta e, pur
       non avendone previste le conseguenze, non se ne penti.
           Aveva  compreso  tanto  in  quel  breve  viaggio  che  lo

       aveva portato da quel posto dove fu deposto il seme che lo
       aveva  generato,  a  quell’agglomerato  di  case  abitate  da
       strani  esseri,  che  seppur  liberi  di  muoversi  e  pensare,
       rimanevano vincolati mentalmente molto più di quanto lo
       sono i fiori. Non si senti deluso di non essere nato come

       loro, né si rammaricava che, qualora fosse rimasto radicato,
       avrebbe avuto più tempo per riflettere.
           Quello che c’era di massima da comprendere con le sue
       scarse potenzialità, l’aveva fatto. Un po’ di giorni in più non
       sarebbero  serviti  a  niente.  Era  il  balzo  nel  buio  che  gli
       incuteva  un  certo  timore,  misto  a  un  forte  desiderio  di
       conoscere cosa vi fosse oltre. Vi potevano essere il vuoto

       eterno, o un’inimmaginabile sensazione di risveglio in altra
       maniera.  Non  poteva  sperare  in  niente,  non  potendone
       immaginare i risvolti reali di tali speranze. Una fine esente
       da ogni preoccupazione, dolore, disperazione, poteva non
       dispiacergli …
   51   52   53   54   55   56   57   58   59   60   61