Page 61 - Un momento di Stasi
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nessuno  si  fosse  accorto,  come  sempre  accadeva,  della
       nuova vita apparentemente amalgamata nel gregge.
           Il giovane animale tentava di alzare il collo per portare
       lo sguardo al di la del suo naso, ma le limitate dimensioni
       gli  impedivano  di  sovrastare  la  montagna  di  lana
       circostante,  la  quale  continuava  a  frizionarlo  ed  al

       contempo  a  costringerlo  verso  una  meta  che  non
       conosceva, ma il quale gregge sapeva d’istinto dove fosse.
           “Ma  dove  mi  trovo?  Pensò  svilito.  “Cos’è  che  mi
       osteggia nei movimenti, nel pensiero, nell’agire?”
           La  giovane  pecora  artefice  del  parto  della  strana

       creatura,  non  si  rese  conto,  come  nessuno  del  resto,
       dell’insolito atteggiamento di quell’agnello il quale, come
       una  cellula  impazzita,  iniziava  a  portare  nella  massa
       inusuali effetti.
           La testa l’abbassò d’istinto e avvicinò le labbra alle calde
       mammelle  traboccanti  di  latte,  ma  appena  sazio

       dell’energetico  alimento,  gli  ritornò  l’inquietudine;  volle
       guardare oltre quel pelo.
           Mentre il gregge continuava a spingerlo verso  ignara
       meta e pensieri continuavano a frastornarlo, sbatté il muso
       contro  qualcosa  di  duro  che  non  erano  le  corna  di  un
       montone.

            Invece che scivolare accanto a quel grosso masso, vi si
       arrampicò sopra, e, pur riuscendo a rimanervi in equilibrio
       solo  per  qualche  attimo,  ebbe  comunque  il  tempo  di
       orientare lo sguardo e la mente verso l’incommensurabile
       orizzonte oltre le pecore.
           Belando come un ossesso provò a dire alla madre che al

       di la di quel posto ormai brucato vi erano di sicuro altre
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