Page 65 - Un momento di Stasi
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quella primitiva la quale si manifesta in noi attraverso i
nostri sensi. Questo non significa che debba ritenermi un
nichilista, perché tale constatazione non esclude niente che
non si possa in seguito intuire e come verosimilmente
accettare. Questo distacco dalle apparenti banalità appena
sondate hanno deciso la sorte di interi popoli, la cultura
degli insediamenti umani; la stessa sopravvivenza del
pianeta può rimanere succube di misticismi alterati.
Se lo sprone che sento in me è veritiero, se debbo
ammettere di detenere molte delle caratteristiche del mio
corpo simili a quelle degli altri esser umani, non posso
esimermi dalla speranza di individuare un nucleo capace
di protendere alla sensorialità. Ma che significato assume
questa apparente frivola asserzione? E’ forse un altro modo
questo di speculare sul mistero dell’universo? Credo di no,
anche se necessiteranno nuovi assiomi capaci di spronare
la nostra ragione; ma tali idee non devono sostenere
l’illusione.
I problemi della comunicazione delle proprie
impressioni, del mantenimento del cognito, sono i primi e
mai risolti attriti con i quali la nostra “anima” deve
confrontarsi. E’ necessario digredire quel tanto che basta
per consentirmi di esternare il punto in cui convergono
tutte le constatazioni che la mia essenza attribuisce a se
stessa. Le religioni possono essere valutate da un punto di
vista che esulano dall’attribuire loro una visione
prettamente mistica. Sfido chiunque ad apportare una tesi
convincente per cui un determinato credo detenga le
condizioni per imporsi a “ragione” su un altro. Allora se ciò
è vero bisogna spostare il senso della nostra interpretazione