Page 62 - Un momento di Stasi
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terre con alta erba, cose che andavano visti, misteri che
andrebbero svelati, ma venne ignorato, anzi non fu
neanche compreso.
Gli venne l’ossessione, lo sconforto. Inciampò in altri
agnelli, ulteriori pecoroni, caproni tutti simili nella forma e
nell’atteggiamento, ma nessuno, non solo lo capì, ma non
provò neanche a dargli retta.
Ad un certo punto, quando il sole ormai dominava
l’immensa valle, il gregge assunse la forma del laghetto, il
quale, con fare consueto, rifletteva le strane figure che
abusavano della sua acqua. Chi è costui sbottò l’agnello,
ormai prossimo alla pazzia.
Cosa ci faccio in quest’involucro, si disse conscio di se,
ancora con energici belati che ruppero la quiete ed
attrassero per un attimo insoliti sguardi di fieri montoni.
Nessuno gli rispose.
Nei giorni che seguirono continuò a sperare di
inciampare nel masso, e quando accadde, vi salì sopra per
guardare oltre la massa, verso l’orizzonte.
Vide il bipede dilaniare i montoni, e gli agnelli;
comprese così quale sarebbe stata anche la sua sorte. Non
volle accettarla mai, trovò nella propria esile interiorità,
momenti di conforto che seppero manifestargli rari sprazzi
di quell’orizzonte che gli era precluso dai montoni, dal
bipede e dalla sua condizione d’essere racchiuso in un
involucro d’agnello.