Page 60 - Un momento di Stasi
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abbaiava due volte, si portava alle spalle del gregge, e
questo comprendeva che era il momento di uscire per il
pascolo.
L’ammasso degli animali assumeva la forma quasi
sferica dell’aia, ma al mattino, quando il rosso cerchio
infuocato appariva all’orizzonte, scivolava lungo i lati del
cortile, restringendosi, assumendo la forma della la via che
da sotto il porticato portava al pendio per l’aperta
campagna sottostante.
Non vi era altro modo di pensare al gregge se non come
ad un’entità unica la quale assume i contorni di un loco
come l’acqua in un contenitore.
Nessun montone, tanto meno una pecora aveva avuto
mai l’interesse o l’ardire di alzare lo sguardo verso
l’orizzonte e pensare che forse, oltre quello specchio di terra
che ogni giorno calpestavano incessantemente, vi potesse
essere un prato fatto più a misura d’ovino.
Una fredda notte d’inverno, mentre Eolo dava sfogo a
tutta la sua collera, un’avvenente pecora travagliava un
agnello, il quale non voleva proprio saperne di uscire a far
parte di quell’informe, omogenea massa.
Sarà stata la difficoltà del parto, la paura dei lupi che
prossimi all’ovile, manifestavano il loro appetito con
incessanti ululati, fatto sta che sortì alla vita qualcosa che
aveva le sembianze di un agnello, ma dal di dentro, gia da
subito, iniziò a manifestare una misteriosa difformità di
carattere.
Alle prime luci dell’alba, la solita routine del padrone e
del cane iniziarono a scandire la giornata, senza che